di Daniele Pinton
Si è svolto ad Atri, in provincia di Teramo, ‘il secondo tempo’ del convegno catechistico regionale, organizzato dall’Ufficio catechistico regionale della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana, dal titolo ‘Il catechista, testimone e comunicatore della bellezza del Vangelo’, che era stato celebrato, nel suo primo momento, a Lanciano il 13 aprile 2024, con la presenza dell’arcivescovo di Lanciano, mons. Emidio Cipollone, del delegato CEAM per la catechesi, mons. Claudio Palumbo, vescovo di Trivento e di don Gilberto Ruzzi, direttore dell’ufficio catechistico regionale.
In quel ‘primo tempo’ di questo convegno catechistico regionale, avevano avuto luogo le relazioni fondative anche della giornata odierna, con gli approfondimenti di don Alberto Zanetti, aiutante di studio dell’ufficio catechistico nazionale della CEI sulla tematica “Il catechista maestro di bottega. Essere testimoni della fede oggi” e della professoressa Alessandra Augelli, docente di Pedagogia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, indirizzata a “Scorgere il reale: lo sguardo del catechista e la postura profetica”, seguite nel pomeriggio da tavoli di confronto sulle relazioni mattutine.
Nei 30 tavoli, allestiti intorno al grande chiostro dell’antico palazzo attuale sede della Cittadella della Musica, i 10 partecipanti a ciascun tavolo, con la guida di un facilitatore e sulla base di una griglia precostituita, hanno condiviso le personali sollecitazioni, suscitate dalle relazioni nell’assemblea plenaria e si sono quindi confrontati, rispetto ad una griglia precostituita, su la ‘mistica dell’istante’, che riconosce come portali d’ingresso del divino nella nostra vita i cinque sensi, cioè quanto di più concreto e corporeo ci caratterizza.
Le sintesi di quanto emerso nei tavoli di lavoro, il cui impegno si è rapportato ad uno dei 5 sensi del nostro sistema sensoriale, successivamente condivise con l’ufficio catechistico regionale, hanno determinato la base per consentire la focalizzazione delle tematiche affrontate nel secondo tempo dell’odierno convegno catechistico regionale, che ha accolto più di trecentocinquanta delegati provenienti dalle undici diocesi della CEAM, tra cui una trentina di catechisti, provenienti dall’arcidiocesi dell’Aquila, guidati da don Luciano Bakale Efua, direttore dell’ufficio catechistico diocesano.
Dopo il momento iniziale dell’accoglienza, saluti e preghiera iniziale guidata dal vescovo di Teramo, Mons. Lorenzo Leuzzi, nell’antica Cattedrale di Atri intitolata a S. Maria Assunta, sono stati costituiti nove laboratori, posizionati in vicine sedi del centro della cittadina teramana, i quali sempre con riferimento alla sensorialità hanno approfondito e riscoperto come il catechista può essere testimone e comunicatore della bellezza del Vangelo nell’oggi della Chiesa anche affrontando le nuove, impegnative e diverse sfide del tempo presente.
Nella specifica della strutturazione dei laboratori, i cui lavori si sono svolti sia nella mattinata che nel pomeriggio, si è avuta la guida di don Francesco Vanotti in quello sulla catechesi narrativa; di suor Veronica Donatello in quello sulla catechesi e disabilità; di Alessandra De Luca e Francesco Marranzino in quello sulla musica, canto e catechesi; di don Ettore Luciani in quello sui sensi nella liturgia; del prof. Marco Tibaldi in quello Come argilla nelle mani. Catechesi biblico-sensoriale; di don Nicola Fioriti in quello sul linguaggio simbolico-liturgico; di don Gilberto Ruzzi in quello sulla catechesi con l’arte; di Carmine Marino in quello sul teatro e la catechesi; di suor Annamaria Passiatore con una catechesi biblico-sensoriale su noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo e il sapore del pane.
Al termine della giornata di studio e di approfondimento, i catechisti provenienti dalle due regioni della CEAM, si sono ritrovati in Cattedrale per una breve sintesi e la preghiera conclusiva guidata dal vescovo delegato CEAM per la Catechesi Mons. Claudio Palumbo, il quale al termine ha affidato a Maria Santissima i frutti delle due tappe del convegno e ai ringraziamenti e saluti finali ha unito l’augurio di una feconda condivisione, in ciascuna diocesi, dell’esperienza vissuta a Lanciano e ad Atri nell’anno 2024.